Storia del Borgo

La leggenda narra che al Vescovo Fruttuoso, morto sul rogo insieme ai diaconi Eulogio e Augurio, apparve in sogno a cinque monaci e indicò loro il luogo posto sulla costa ligure, in cui dovevano essere sepolti i suoi resti. Il luogo in questione era riconoscibile per tre segni: un drago feroce, una caverna e una limpida fonte d'acqua.
I monaci, guidati da un angelo, arrivarono sugli scogli di Capodimonte, dove trovarono il drago, che fu affrontato e annientato dall'angelo, e gli altri due segni predetti. La leggenda prende spunto da vicende realmente accadute: vero è Fruttuoso, vescovo di Terragona, che nel 259 fu arrestato e condannato insieme ai suoi due diaconi, durante le persecuzioni di Valeriano e Galiero. Vera è la sorgente annunciata dal vescovo nel sogno, conosciuta e segnalata su tutte le carte dei naviganti, perché prezioso punto di rifornimento. E vera è anche la "fama" del drago, leggenda diffusa tra i marinai forse per allontanare i possibili contendenti che qui volevano rifornirsi d'acqua.

Il Cristo degli Abissi

Il Cristo degli abissi è una statua bronzea posta il 29 agosto 1954 a 15 metri di profondità nel fondale della baia di San Fruttuoso, all'interno dell'Area naturale marina protetta Portofino. E' possibile visitare la statua grazie al Servizio Barcaioli che vi porteranno sulla sua perpendicolare e, con un battiscopio senza scendere in acqua, vedere il Cristo degli Abissi.
La statua nacque da un'idea di Duilio Marcante che, a seguito della morte di Dario Gonzatti durante un'immersione, spinse per la posa di una statua di Cristo sul fondale marino; La statua, alta circa 2,50 metri e realizzata dallo scultore Guido Galletti, venne posta grazie alla Marina Militare Italiana, fu portata sul fondo grazie a molti subacquei; le braccia del Cristo, rivolte in alto idealmente a Dio in cielo, sono aperte in segno di pace. Per ottenere il bronzo della statua vennero fuse medaglie, elementi navali e campane. A seguito della morte di Marcante venne posta una targa sul basamento della statua in sua memoria. Nel 2003 la statua è stata restaurata per preservarla dalla corrosione e dalle incrostazioni, per poi essere riposizionata sott'acqua il 17 luglio 2004 su un nuovo basamento. Una copia della statua è stata posta nella chiesa di San Fruttuoso. L'originale in gesso della statua è invece conservato a Marina di Ravenna nel Museo Nazionale delle Attività Subacquee.

Abbazia di San Fruttuoso e Torre Doria

L'abbazia di San Fruttuoso e la Torre Doria sono proprità del Fondo Ambiente Italiano e sono visitabili durante tutto l'anno. La chiesa fa parte del complesso storico e vi viene celebrata la Santa Messa regolarmente.
L'abbazia è dedicata a San Fruttuoso di Tarragona, vescovo e santo catalano del III secolo, le cui ceneri sono conservate presso l'abbazia, dove sarebbero state traslate a seguito dell'invasione araba della Penisola Iberica. L'abbazia sorse alla metà del X secolo ad opera di monaci greci e fu ricostruita tra la fine del secolo e l'inizio dell'XI per volere di Adelaide di Borgogna, vedova dell'imperatore Ottone I. Nello stesso secolo passò ai monaci benedettini e fu ingrandita nel XII con l'aggiunta di un piano. Nel XIII secolo vi fu aggiunto il corpo edilizio con loggiato verso il mare, ad opera della famiglia genovese dei Doria, che utilizzò una sala dell'abbazia per le proprie sepolture. Il chiostro superiore fu ricostruito nel XVI secolo per volontà di Andrea Doria, mentre nel 1562 fu costruito il torrione di avvistamento quadrato che tuttora domina la baia. L'abbazia fu in seguito abbandonata e utilizzata come abitazione. Nel 1933 fu restaurata dallo stato e nel 1983 i Doria Pamphili donarono gli edifici e i terreni al Fondo per l'Ambiente Italiano. La torre, intitolata ad Andrea Doria dai suoi eredi, Giovanni, Andrea e Pagano, fu eretta nell'agosto del 1562 lungo la strada che collega l'abbazia al borgo dei pescatori in una ripida scalinata.